L’Istat ha pubblicato oggi il rapporto “LA RICCHEZZA NON FINANZIARIA IN ITALIA – Anni 2005-2016” con il valore delle abitazioni nel 2016 in Italia. Ecco alcuni estratti che illustrano bene le dinamiche economiche del settore immobiliare degli ultimi anni.
Valore abitazioni nel 2016
….Le Famiglie detengono il 92% del valore del patrimonio residenziale complessivo. Lo stock abitativo è cresciuto in valore del 76% tra il 2001 e il 2016.
PERIODO 2001 – 2016 VALORE ABITAZIONI + 76%.
Discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale che dal 2012 ha ridotto il valore medio delle abitazioni. La contrazione del valore delle abitazioni è stato del -1,7% annuo.
Nel 2016 la tendenza negativa è rallentata (-1,3%).
Per il settore delle Famiglie e delle ISP (istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) l’84% circa delle attività reali è costituito da abitazioni.
Immobili non residenziali
Secondo il rapporto dell’Istat gli immobili non residenziali pesano per l’11% e gli altri beni strumentali utilizzati dalle piccole imprese a fini produttivi rappresentano l’1% del totale delle attività.
Valore abitazioni delle famiglie
Il valore delle abitazioni delle famiglie (intese anche come famiglie produttrici, quali società semplici e imprese individuali) nel 2016 si attesta a 5.278 miliardi di euro. Sono esclusi gli immobili non residenziali.
Valore totale delle abitazioni nel 2016
Se si considerano anche le abitazioni appartenenti a società e amministrazioni pubbliche il valore sale a 5738 miliardi di euro, con un calo dell’8,1% dal 2011.

Andamento valore abitazioni dal 2001 al 2016
Nel periodo 2001-2016, il valore nominale dello stock di abitazioni è cresciuto del 76%.
Il tasso di crescita è stato particolarmente sostenuto sino al 2008, con un incremento medio annuo del 9%.
Tra il 2008 e il 2011 la crescita è stata più contenuta (+1,6% in media l’anno) ma ha portato il valore dello stock abitativo a un picco pari a quasi il doppio rispetto al livello registrato nel 2001.
La discesa dei prezzi, registrata sul mercato immobiliare residenziale a partire dal 2012, ha indotto una riduzione del valore medio delle abitazioni.
La conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa nel 2016 risulta inferiore dell’8,1% rispetto al 2011, con una variazione media annua di-1,7%.
Nel 2016 la tendenza al calo ha segnato un rallentamento (-1,3%) favorito dal primo recupero del mercato residenziale, che ha frenato la discesa dei valori medi degli immobili residenziali.
Distribuzione patrimonio immobiliare
Nel 2016, Famiglie e ISP detengono il 92% del patrimonio residenziale complessivo. In particolare, le Famiglie consumatrici sono proprietarie di circa l’81% del valore del patrimonio residenziale. Si tratta di unità residenziali utilizzate come abitazione principale o comunque a disposizione delle famiglie come seconde case.
Il restante 11% delle abitazioni è costituito da unità detenute dalle famiglie prevalentemente a scopo di investimento e di attività di locazione. Pertanto, coerentemente con i criteri di classificazione adottati nei conti nazionali, tale componente del patrimonio è assegnata alle Famiglie produttrici.
Le Società non finanziarie sono proprietarie di poco più del 6% del valore totale delle abitazioni mentre le Amministrazioni pubbliche ne detengono meno del 2%.
Le dismissioni immobiliari,avvenute attraverso operazioni di cartolarizzazione nel 2002, hanno portato al trasferimento di una parte dello stock residenziale dal settore delle Amministrazioni pubbliche al settore delle Famiglie consumatrici.
Negli ultimi anni, la quota di abitazioni posseduta dalle Società finanziarie è risultata in crescita per effetto dello sviluppo dell’attività dei fondi immobiliari. La quota resta comunque al di sotto dell’1%.