STOP SUPERBONUS

Blocco totale cessione del credito e sconto in fattura

Blitz del governo sul Superbonus. Decisa la fine dello sconto in fattura e della cessione del credito. Bloccate sul nascere le buone intenzioni di alcuni enti locali di acquistare i crediti di cittadini e imprese che non sapevano più dove battere la testa: da oggi per loro vige il divieto di acquistare crediti d’imposta.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti il decreto legge 16 febbraio 2023, n. 11 che blocca di fatto la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, gettando nel panico imprese e contribuenti, che si vedranno obbligati a far fronte a spese insostenibili dopo essere stati indotti a intraprendere ingenti lavori di ristrutturazione con la prospettiva di limitare le spese a una frazione del costo.

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Ora sembra che si sia scherzato, la patata bollente dei 110 miliardi di crediti d’imposta generati, viene passata dal governo nelle mani di imprenditori e cittadini impossibilitati ad affrontare la nuova situazione.

Dopo la sentenza della Cassazione sui sequestri dei crediti in mano alle banche a seguito di truffe sul Superbonus, il decreto-mannaia, rischia di far esplodere il settore edile.

Categorie produttive sul sentiero di guerra e conti di famiglie e imprese a rischio collasso costringeranno il governo a un precipitoso ripensamento?

Sono circa 25.000 le imprese a rischio fallimento e un numero ancora maggiore di contribuenti nel panico.

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Prevedibile una mole di contenziosi record, vista la quantità di lavori che non potranno essere terminati (si parla infatti di 90.000 cantieri e 150.000 lavoratori bloccati) in quanto commissionati senza disponibilità di liquidità, ma solo per i vantaggi offerti dalla normativa del Superbonus, ora rimangiata dal governo.

Tra il dire e il fare…

Immo+

Autore: Immo+

Maurizio Laurenti. Esperienza nel settore immobiliare e competenze web unite per la realizzazione di IMMO+.

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A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7,0%). Gli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli Alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%)

Indice ISTAT aprile 2022

La stima definitiva di aprile accentua il rallentamento dell’inflazione registrato dai dati preliminari. Tale dinamica è imputabile per lo più all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022). Le tensioni inflazionistiche continuano tuttavia a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali i Beni durevoli e non durevoli, i Servizi relativi ai trasporti e gli Alimentari lavorati, con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +5,7%