L’aumento delle pensioni per il 2022 è stato stabilito dal decreto ministeriale del 17 novembre 2021 nella percentuale del +1,7% di variazione in aumento, in corso dal 1° gennaio 2022.
Come vedremo, non tutte le pensioni aumenteranno della stessa percentuale
La rivalutazione delle pensioni permette di adeguarle al costo della vita, proteggendone il potere di acquisto.
A chi si applica l’aumento delle pensioni
L’aumento delle pensioni per il 2022 vale per tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, alle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Quando scatta l’aumento delle pensioni
L’aumento delle pensioni scatta dal primo gennaio 2022 e ha come riferimento l’indice annuo ISTAT della variazione dei prezzi al consumo per il 2021.
Poiché al momento del decreto l’indice annuo ISTAT era ancora provvisorio, l’aumento è stabilito “salvo conguaglio” che verrà eventualmente calcolato nella perequazione dell’anno successivo.
Ecco gli aumenti delle pensioni per il 2022
L’aumento del +1,7% non viene applicato al 100% a tutte le pensioni, ma subisce delle riduzioni all’aumentare del reddito:gli aumenti sono:
- +1,7% per le pensioni fino 2062,32 euro lordi (4 volte la minima per l’anno 2021, pari a 515,58).
- +1,53% (90% di 1,7) per le pensioni da 2062,33 fino a 2577,90 (tra 4 e 5 volte la minima);
- +1,275% (75% di 1,7) per le pensioni oltre 2577,90 (cioè oltre 5 volte la minima).
Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro.